Ancora una volta ci troviamo a piangere una morte assurda legata in qualche modo al mondo del calcio, quella di Gabriele Sandri, tifoso laziale, freddato da un colpo sparato da un poliziotto nella piazzola dell'Autogrill di Badia al Pino, sulla A1, nei pressi di Arezzo.
Le cause di questo fatale incidente, non posso credere che l'agente abbia voluto uccidere una persona inerme nella sua auto, sono ancora tutte da chiarire. Spero che questo avvenga subito e chi ha responsabilità paghi.
E' triste vedere come una giornata di festa sportiva si sia trasformata, ancora una volta, in un giorno di tragedia incomprensibile.
Si rimane stupiti da quello che è accaduto dopo in tutta Italia e cioè la guerriglia urbana che si è scatenata prendendo spunto da questa tragedia. Non credo proprio che Gabriele avrebbe voluto tutto questo.
Da condannare poi tutte le manifestazioni anti polizia con proclami, gesti e scritte, avvenute un po' ovunque, che attaccano chi ogni giorno, a rischio della vita, lavora per la nostra sicurezza ed incolumità. Se un appartenente alle forze dell'ordine ha sbagliato lo si condanni e paghi fino in fondo il suo errore ma non bisogna criminalizzare un'istituzione così importante e necessaria per noi tutti.
Quanto è accaduto è da addebitare alle solite teste calde che, purtroppo, ci sono in ogni angolo del nostro Paese che col calcio hanno poco a che fare ma lo usano come pretesto per le loro nefandezze.
E' su queste persone che si deve focalizzare l'attenzione delle istituzioni e delle forze dell'ordine per isolarle e punirle garantendo la tanto sbandierata, ma mai attuata, certezza della pena.
Se questa gente verrà isolata in tutta Italia e tenuta lontana dallo sport forse si svelenirebbe il clima intorno al nostro sport nazionale e tragedie come quella occorsa a Gabriele, vittima ignara, non si ripeterebbero più.
Sono un illuso? Spero di no!
Il mio pensiero e la mia preghiera vanno a Gabriele, alla sua famiglia e ai suoi amici.
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